Il neuroma di Morton, descritto dallo stesso Thomas Morton del 1876, è uno pseudotumore costituito da un ispessimento fibroso pirineurale, proliferazione vascolare e edema del nervo stesso. Interessa generalmente il 3° nervo digitale, il più grande di tutti. In particolare viene ad essere interessato in corrispondenza della regione compresa tra le teste metatarsali e il legamento intermetatarsale.
Si ipotizza che la sua insorgenza sia legata ad un microtraumatismo continuo del nervo e viene a trovarsi compresso in corrispondenza dell’area descritta. La sintomatologia è caratterizzata da dolore e formicolio all’altezza delle teste dei metatarsi con irradiazione alle dita.
Quali sono le cause del Neuroma di Morton?
Le cause vere e proprie sono sconosciute. Si possono talvolta individuare dei fattori facilitanti, come per esempio:
- l’eccessiva vicinanza fra due teste metatarsali che nel corso del tempo possono finire per determinare un micro trauma costante sul nervo in quella sede;
- la compressione esercitata da un legamento metatarsale troppo stretto: qualcuno la considera, infatti, alla stregua di una sindrome canalicolare, ossia una compressione nervosa ad opera di una “strettoia” lungo il suo decorso;
- la presenza di un piede cavo con eccessivo carico sulla parte anteriore della parte del piede e quindi micro trauma ripetuto sul nervo in questa zona anatomica.
Quali sono i sintomi del Neuroma di Morton?
Sintomo caratteristico del neuroma di Morton è il dolore trafittivo, di tipo accessuale, spesso incostante, anche riferito come “scossa elettrica”. Nella fasi iniziali, assume un carattere “capriccioso” perché inspiegabilmente alternato a momenti di totale benessere.
Spesso evocato dall’appoggio e dalla deambulazione costringendo il paziente in modo improvviso a fermarsi e togliere la scarpa, il dolore può comparire tuttavia anche a riposo, di notte o in posizione seduta. Altre volte può essere accompagnato da formicolio o perdita di sensibilità delle dita corrispondenti. Un’altra caratteristica è quella di essere spesso mal localizzabile a causa della frequente irradiazione laterale o verso le dita per cui può essere riferito come un dolore generalizzato all’avampiede.
Il Trattamento per il Neuroma di Morton
La Radiofrequenza (PRF)
Negli anni Novanta una nuova metodica di radiofrequenza pulsata (PRF) esponeva le strutture nervose bersaglio a una temperatura non lesiva, cioè inferiore a 44 gradi. Il principio fisico è semplice. Intervallare l’applicazione del segnale a radiofrequenza con periodo molto lungo in cui il segnale non viene emesso.
Quello che accade di fatto al tessuto è che macroscopicamente parlando non riesce a surriscaldarsi a temperature superiori ai 42.44°C. Questo comporta che la metodica non è neurolesiva e può essere usata anche sulle temperature nervose miste come i nervi periferici senza grossi effetti collaterali. La PRF, essendo una metodica non neurolesiva e quindi priva delle potenziali complicanze che acompagnano la metodica tradizionale ha conosciuto negli ultimi anni un successo esponenziale e le indicazioni al suo uso si sono moltiplicate.
Il trattamento per il Neurome di Morton consiste nell’andare a desensibilizare il “neuroma”. Questo risultato è reso possibile attraverso 3 trattamenti con radiofrequenza eseguiti sotto guida ecografica. L’esperienza dell’operatore, l’immediato feedback visivo- ecografico sulla localizzazione precisa dell’ago associato al costante controllo dei parametri neurofisiologici, permette il miglioramento della sintomatologia clinica con una percentuale di successo vicina all’80%. Tale metodica è ripetibile nel tempo.
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